Quante volte sei arrivata a fine giornata esausta, malumorata, con sintomi depressivi e con una sensazione di profondo disorientamento?
Siamo molto chiari sugli orari delle routine che vogliamo stabilire per i nostri figli, siamo chiari sugli orari di tutta la famiglia e organizziamo la nostra giornata attorno a tutto questo. Abbiamo anche più o meno chiari i compiti che devono essere svolti durante la giornata e ci poniamo anche aspettative più elevate, magari di fare qualcosa di speciale con il bambino/a o i bambini appena possibile. Tutto questo si programma molto presto.
Ma ci siamo chiesti prima di organizzare tutto: noi da che livello di energia partiamo e di cosa abbiamo bisogno oggi?
Quando abbiamo pianificato tutto, ci siamo fermati un attimo per sentire quali sono i nostri bisogni, quale sia la nostra salute fisica e mentale, la nostra energia vitale disponible per gli altri?
Ho una brutta notizia… non inizierai la giornata al 100% tutti i giorni, perché sei umana e come tale hai dei limiti. Il non sentirsi non permette vedersi, ascoltarsi e raggiungere questa calma, questa salute mentale e corporea che ci permette di affrontare la giornata con consapevolezza e accettazione. Molte volte iniziamo la giornata con energia però all’ora di pranzo è quasi finita. Cosa fai allora?
Ti fermi e osservi come stai? Puoi riadattare le tue aspettative al resto della giornata in base a come ti senti?
Se la risposta è no, allora è molto probabile che finirai la giornata esausta, perdendo la pazienza, frustrata, arrabbiata… e questo accade perché non ti ascolti, impedendo così prenderti cura di te stessa. Questo circolo in cui entri è spesso il motivo principale per cui una genitorialità rispettosa non va bene. La mancanza di consapevolezza di come stiamo è spesso il sintomo del non voler vedere cosa ci portiamo dentro, il nostro disagio, i nostri limiti, la nostra resistenza a cambiare ciò che non ci piace. Ci sfidiamo in una impresa idilliaca, simile a quella di un supereroe destinato a fallire, non sapendo come fermarci e vedendolo arrivare. Un’aura di disagio ci stordisce a fine giornata, e ti chiedi improvisamente “cos’ è successo? Come sono arrivata a questo punto?” Di solito cerchiamo risposte fuori, ma di nuovo durante il giorno ci dimentichiamo di guardare dentro di noi stessi.
Vogliamo che i nostri figli imparino ad autoregolarsi, a calmarsi quando ne hanno bisogno, a fermarsi quando sono sopraffatti, a riposare, a svolgere attività tranquille secondo le proprie esigenze. Ma che cosa possiamo dire del nostro esempio? Che esempio stai dando tu, come adulto, come figura di accudimento che dovrebbe favorire e trasmettere questa autoregolazione?
Hai bisogno di saper fermarti, di vederti e di ascoltarti.
Devi sapere come rimanere nel qui e ora. Devi imparare a diventare consapevole del tuo mondo interiore. Solo tu hai le risposte di cui hai bisogno e solo tu hai la capacità di prenderti cura di te stesso.
Cos’è la cura di sé stessi… la cura di sé è amarsi solo per il motivo che esisti. Senza questa base, non possiamo amare pienamente gli altri. La cura di sé è sentire, esplorare e avere strategie e strumenti per gestire ciò che ci accade dentro. La cura di sé stessi è saperci adattare all’ambiente, senza mai dimenticarci di noi stessi.
E tu… ti prendi cura di te stessa?
Se hai bisogno di appoggio, di uno spazio rispettoso, di un ascolto attivo e dell’acquisizione di strumenti e strategie, puoi contattarmi. Ti accompagno nel tuo viaggio, alla scoperta di te stesso e ti aiuto a liberare questa forza interiore che ti rende così unico e speciale.
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